Fomo, 10 consigli per combattere l’intossicazione da smartphone
Fomo, sempre aggiornati
Se pensiamo, per esempio, all’uomo delle caverne o al mondo animale, ci viene facile riconoscere che un sistema di costante aggiornamento sulla situazione garantisca la sopravvivenza, poiché permette di fare tempestivamente fronte agli imprevisti, di potersi spostare in caso di minacce naturali o di poter approfittare di un buon banchetto qualora la natura offra oasi di acqua, cibo o mandrie da cacciare. Insomma, “essere sul pezzo” ha sempre avuto grandi vantaggi, anche in termini evolutivi. Ecco perché siamo dotati dell’impulso all’update.
Ma quali sono invece gli svantaggi? I “contro” arrivano quando si esagera, quando un telefono dimenticato a casa ci fa sentire persi, quando si prova malessere se la batteria si scarica, quando viaggiando all’estero la prima preoccupazione è avere il wi-fi, quando la mancanza di collegamento internet ci fa sentire tagliati fuori dal mondo.
Fomo, ansia da… sconnessione
Questo malessere ha oggi un nome: FOMO, acronimo di Fear Of Missing Out, ovvero la paura di essere tagliati fuori dai flussi di comunicazione dei social network. Si tratta di una vera e propria forma d’ansia: paura di perdere il controllo su quello che succede, paura che le informazioni ci sfuggano e di rimanere quindi esclusi dalla web community.
Ma non è tutto: ad aggravare il bisogno di update concorrono anche altre emozioni, come l’invidia e la rabbia. In che modo? Attivando il rimuginìo negativo: quel tipo di pensiero rancoroso e frustrato, da cui non ci si riesce a liberare, proprio di chi osserva le web-vite degli altri considerandole migliori e più appaganti della propria. Insomma, un mix potentissimo di allerta e invidia, che fa sì che proprio non si riesca a smettere di sbirciare, controllare, allungare il dito in borsa per vedere se nel frattempo è successo qualcosa.
Fomo, come disintossicarsi
Il disturbo è in costante sviluppo e l’esperienza clinica rileva una richiesta di aiuto psicologico in crescita. Ecco quindi alcuni consigli pratici per “disintossicarsi” dallo smartphone sempre in mano… e in testa:
1) Imparate a rimandare. Vi ricordate dell’uomo delle caverne? Fortunatamente viviamo in tempi in cui la sopravvivenza non è così precaria, perciò dalle informazioni che trovate sul telefono non dipende la vostra vita. Provate a porvi la domanda: posso aspettare a controllare? Procrastinate anche solo di cinque minuti, vedrete così che resistere all’impulso è possibile.
2) Verificate che, rimandando, non succede niente. È davvero così grave se non leggete subito l’ultimo tweet dell’amico che seguite? Prendete consapevolezza che, anche aspettando un po’ a collegarsi, non muore nessuno.
3) Scandite i tempi. A quanti di voi, da bambini, i genitori impedivano di guardare le tv durante i pasti? Questa regola aveva una funzione importantissima: c’è un tempo per mangiare e stare insieme e un tempo per la televisione, ed è bene mantenere le due cose separate.
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