Anorgasmia: il piacere negato
L’orgasmo femminile è definito, a livello fisiologico, come un riflesso che si genera principalmente dalla stimolazione dei nervi sensoriali localizzati nel clitoride, ma anche tramite impulsi provenienti da altre aree corporee.
Tale riflesso è caratterizzato da contrazioni ritmiche dell’utero, della vagina e da un’ ipertonia muscolare generalizzata, fino alla contrazioni dei muscoli addominali e dei glutei.
A livello soggettivo le sensazioni solitamente riferite durante l’orgasmo comprendono descrizioni di elevato piacere seguito da un improvviso senso di benessere e rilassamento. In ogni caso, l’orgasmo femminile è un’esperienza positiva unica e ben riconoscibile.
La quantità di stimolazione necessaria per promuovere l’orgasmo varia notevolmente, non solo tra individui diversi, ma nella stessa donna in circostanze diverse (alcune donne riescono a raggiungere l’orgasmo con pochi movimenti coitali, mentre altre hanno bisogno di una lunga stimolazione prima di poterlo raggiungere, pur non soffrendo di anorgasmia).
L’esperienza insomma è molto soggettiva.
Alcune donne non hanno mai provato un orgasmo, altre lo provano solo in determinate circostanze, con certe modalità di stimolazione sessuale (non necessariamente fisiche ma anche psichiche, come fantasie, sogni, pensieri o parole eccitanti) o con certi partner. È comunque una capacità che va acquisita e migliorata con l’esperienza; come ogni altra funzione corporea, infatti, si perfeziona tanto più quanto maggiore è l’utilizzo ed è delicata al punto che può essere spesso influenzata o compromessa da molteplici fattori.
Si stima che circa il 10% delle donne non raggiunga mai l’orgasmo nel corso della vita.
Le cause della difficoltà a raggiungere il piacere femminile
La sessualità umana in generale, ma quella femminile in particolare, è il risultato dell’interazione di molteplici fattori fisiologici, neurologici, psicologici e relazionali, con cui vanno ad interagire anche le numerose esperienze di vita della persona, la sua struttura di personalità, i suoi valori morali, religiosi e molto altro.
L’orgasmo poi è impregnato di una serie di valori simbolici, individuali e relazionali.
Dal punto di vista personale, l’orgasmo rappresenta un’affermazione del proprio corpo, della propria identità e della propria persona. Dal punto di vista relazionale, l’orgasmo rappresenta un indice del benessere della coppia e della qualità del rapporto coniugale; per il/la partner, l’orgasmo offre una rassicurazione e una conferma della propria prestanza sessuale e se viene quindi a mancare crea insicurezze in entrambi i membri della coppia.
Con il termine anorgasmia si indica la difficoltà o l’impossibilità di raggiungere l’orgasmo nonostante un’adeguata stimolazione e la presenza di eccitazione. Raggiungere l’apice del piacere sessuale non è sempre risulta possibile e le cause sono diverse.
L’anorgasmia è “permanente” se il disturbo è sempre stato presente sin dai primi rapporti quindi più spesso nella donna giovane,mentre la forma “acquisita”prevede un’insorgenza successiva ad un periodo di piacere sessuale normale, spesso secondaria ad altri fattori. L’anorgasmia, di fatto rappresenta la principale disfunzione sessuale femminile e può verificarsi in associazione ad altri disturbi sessuali della donna o relazionali nella coppia.
Un po’ di storia
Nell’Era Vittoriana alla fine dell’Ottocento vi era la credenza che le donne non potessero provare un reale desiderio sessuale. In quest’epoca, l’orgasmo femminile era considerato principalmente un metodo terapeutico utile a contrastare alcuni sintomi isterici come mal di testa, epilessia e nervosismo.
Un tempo non si parlava più di tanto dell’aspetto sessuale al femminile. In realtà, poco importava se il sesso fosse soddisfacente o meno per le donne, dal momento che il loro ruolo era soltanto riproduttivo o di oggetto del desiderio maschile, senza alcun diritto di godere dell’esperienza.
Solo alla fine degli anni Sessanta, William Masters e Virginia Johnson pubblicarono il primo studio approfondito sulla fisiologia sessuale umana esaminando oltre diecimila atti sessuali compiuti da circa 700 volontari. Scoprirono che l’orgasmo poteva essere scatenato in molteplici modi differenti e regolato non solo a livello genitale, ma anche da condizioni psicologiche a livello di emozioni, pensieri, convinzioni e vissuti personali, e soprattutto attraverso l’intesa sessuale con il partner.
Negli ultimi decenni il termine popolare riferito all’anorgasmia femminile è frigidità : questo termine porta però con sé connotazioni negative,che invece il termine anorgasmia non contempla; inoltre il termine frigidità indica, in modo più generico, la difficoltà di abbandonarsi al piacere sessuale, mentre l’anorgasmia si riferisce esclusivamente all’impossibilità di raggiungere l’orgasmo.
Quali sono le principali cause e fattori di rischio
C’è innanzitutto, alla base, una condizione anatomica piuttosto svantaggiosa per la donna: per la sua posizione il clitoride, la struttura più importante per il riflesso orgasmico, riceve una stimolazione indiretta durante la penetrazione, che può risultare insufficiente. In più la scarsa cognizione dei rispettivi ritmi nel rapporto sessuale, che è la regola in un rapporto che nasce, può indurre ad arrivare alla penetrazione troppo presto rispetto al livello di eccitazione della donna, che ha magari tempi diversi, più lenti rispetto a quelli del partner.
Quando si parla di questo disturbo va sempre tenuto in considerazione il fatto che l’ orgasmo può essere ottenuto dalle donne attraverso diversi tipi di stimolazione: le donne possono avere un orgasmo clitorideo o vaginale o provocato dalla combinazione dei due e l’orgasmo clitorideo è il più comunemente sperimentato e il più raggiungibile.
Le cause psicogene di difficoltà sessuali attengono a vari aspetti della psiche o della cultura in cui la donna vive:
- L’ansia da prestazione non è limitata al mondo maschile! Con ansia da prestazione intendiamo quell’ansia “anticipatoria” che porta la donna a ricorrere la risposta orgasmica come fosse una dimostrazione di adeguatezza personale o d’amore per il proprio partner, impedendone però il naturale fluire dell’eccitazione. L’ansia di dimostrare, di riuscire, di fare “bella figura” finisce per portare la donna ad una totale attenzione al risultato, però sempre più lontana dalla dimensione del piacere.
- Lo spectatoring consiste nell’abitudine, durante la sessualità, a guardarsi dall’esterno, ad auto-osservarsi: questo atteggiamento finisce per portare la persona a giudicare e criticare ciò che sta facendo, compromettendo la serenità necessaria per arrivare all’orgasmo. L’ipercontrollo, l’incapacità di abbandonarsi e rilassarsi, l’auto-osservazione o auto-giudizio durante i rapporti sessuali sono tutti fattori compromettenti.
- Le donne che non hanno ricevuto un’educazione affettiva e sessuale, o che addirittura hanno ricevuto un’educazione sessuofobica, nell’età adulta potrebbero avere idee distorte o falsi miti rispetto alla sessualità. Influisce anche il fatto che i precedenti d’auto-erotismo della donna siano scarsi o del tutto assenti. Così come il fatto di distrarsi o di credere di non dover avere fantasie (di doverle, quindi, contrastare).
- Se una donna ha un rapporto ambivalente con il proprio corpo, la propria fisicità, o una mancanza di sicurezza e autostima, probabilmente nel rapporto sessuale si sentirà goffa e impacciata, insicura e inesperta, non a proprio agio con la propria corporeità, con le sensazioni.
In conclusione, spesso l’anorgasmia è legata ad una difficoltà nel lasciarsi andare liberamente alle proprie sensazioni, nel godersi appieno il piacere.
Se una donna è eccessivamente focalizzata sul raggiungimento del risultato e dell’obiettivo, rischia di perdere il giusto coinvolgimento e la serenità necessaria per raggiungere un orgasmo. Nella sessualità non possono esistere risultati da raggiungere o standard da mantenere. Se si sposta troppo l’attenzione dal percorso alla meta, quest’ultima diventerà sempre più irraggiungibile.
Godiamoci il viaggio, non la meta.
I rimedi
Per ciò che concerne gli interventi terapeutici sull’anorgasmia appare evidente che qualsiasi approccio debba necessariamente mirare a risolvere le problematiche psicologiche e relazionali di base e non essere polarizzato esclusivamente sul sintomo.
Ciò è possibile attraverso una psicoterapia ben condotta che aiuti il soggetto a riconsiderare il proprio modo di essere, a ridefinire il proprio ruolo e le proprie relazioni ed a riorganizzare con maggiore efficacia la propria struttura di personalità.
Autore © Dott. Marco Forti.
Psicologo, Psicoterapeuta & Sessuologo Clinico
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