Fin qui e non oltre: l’importanza dei confini personali
Una relazione si sviluppa attraverso diversi step, stadi, che vanno dall’incontro con l’altro, alla costruzione di un progetto condiviso: occorre prima conoscersi, annusarsi, trovare un incontro delle intenzioni, immaginare una direzione ed una visione comune e, soltanto a quel punto, costruire una relazione basata su un progetto.
Ma sappiamo entrare in relazione con le altre persone preservando la nostra individualità?
Rimanere se stessi, nelle relazioni con altre persone, è una pratica necessaria per mantenere la propria specificità e differenziazione.
Agli inizi di una relazione affettiva
Nella genesi di una coppia, i nuovi amanti generalmente sperimentano una sensazione totalizzante e straordinariamente positiva nella loro nuova relazione. Generalmente le barriere tra i neo-amanti tendono a sciogliersi e dissolversi durante la prima fase di infatuazione. Di conseguenza, i membri della nuova relazione sperimentano la perdita della loro identità individuale e si fondono insieme.
Questa fusione iniziale, durante la fase dell’infatuazione è molto importante; come un processo naturale, consente agli amanti di legare e costruire un legame d’attaccamento .
Tuttavia, come è indispensabile, i confronti e le discussioni iniziano presto e, con il tempo, gli innamorati iniziano a vedere la necessità di stabilire un qualche tipo di “frontiera” per evitare che la relazione cada.
Pertanto, dopo la fase di infatuazione romantica, i partner devono iniziare a stabilire dei limiti. Questo li aiuterà a ripristinare e mantenere la loro individualità, mentre costruiscono il loro rapporto.
Un cardine delle relazioni interpersonali è rappresentato proprio dalla capacità di stabilire confini sani ed equilibrati con l’altro, in una movimento fluido in cui il contesto esterno, i ruoli, le risorse personali, le aspettative e le richieste dei singoli si influenzano reciprocamente, al fine di riflettere e rispettare i bisogni e i desideri di entrambi i partner.
D’altro canto i confini sono decisamente tutti intorno a noi. Confini che delimitano le proprietà, confini fisici e naturali presenti in natura, confini fissati dalle leggi: il codice della strada richiede che quando si guida su una carreggiata a due corsie, si debba rimanere a destra della linea centrale.
La nostra stessa pelle è il primo confine tra noi e il mondo. Senza pelle le nostre parti interne sarebbero esposte, fisiologicamente e metaforicamente.
Lo scopo dei confini è aiutarci a mantenere una società ben bilanciata e funzionale . Questo è necessario perché ognuno è diverso e i nostri bisogni, desideri e idiosincrasie non sono allineati. Alcuni confini sono inespressi o non scritti, mentre altri hanno regolamenti precisi che li sostengono.
Quindi, domandiamoci, perché le relazioni romantiche dovrebbero essere trattate in modo diverso in termini di definizione dei confini?
Cosa significa definire i confini?
I confini, nelle relazioni, possono essere definiti come quei limiti che impostiamo ogni volta che entriamo in contatto con altre persone. La capacità di riconoscere i nostri confini deriva generalmente da un sano senso di autostima o di valutazione di se stessi, in un modo che tale valutazione non dipenda da altre persone o dai sentimenti che le stesse provano nei nostri confronti.
I confini personali sono limiti che mettiamo per proteggere la nostra integrità, la nostra energia, la nostra salute, i nostri propositi, le nostre opinioni e credenze, in una parola la nostra vita.
Mettere confini significa riconoscersi il diritto di avere bisogni che non necessariamente coincidono con i desideri dell’altro, significa imparare a distinguere ciò che vogliamo per noi stessi, da ciò che gli altri vogliono da noi e rinunciare al bisogno di approvazione esterna per scegliere di rimanere fedeli alla propria persona.
In economia psichica il confine delimita il bordo della nostra identità.
Il confine delimita, ma anche protegge, come una sentinella che difende l’interno. In psicologia, il confronto e l’accettazione del limite proprio e altrui è il primo passo verso l’età adulta. Parafrasando Freud: “… la frustrazione che il bambino scopre nel vedere che non può tutto è la prima pietra nella costruzione del senso di Sé.
Quando creiamo i nostri confini personali non stiamo costruendo un muro attorno a noi, stiamo facendo qualcosa di sano e necessario per noi stessi. Tutti abbiamo bisogno di sani confini in ognuna delle nostre relazioni.
Molti di noi hanno difficoltà a mettere confini, poichè temono di essere rifiutati e abbandonati, si sentono in colpa nel dire di no e temono di ferire i sentimenti altrui.
Per la maggior parte delle persone, l’idea di stabilire dei limiti nelle relazioni sembra essere dannosa o qualcosa che di non necessario. Il motivo per cui ritengono che i confini nelle relazioni siano negativi è che pensano che gli stessi tengano necessariamente le persone separate.
In sostanza, le persone tendono spesso a sentire che i confini sconfiggono l’essenza dell’amore in una relazione, ed interferiscono con il romanticismo e la spontaneità dello stare in coppia.
Tuttavia, questa visione è erronea.
La verità è che una relazione non può essere sana senza stabilire e rispettare dei confini.
I CONFINI NELLA RELAZIONE CON L’ALTRO
Creare confini sani nelle relazioni è più facile a dirsi che a farsi. È un processo che spesso richiede tempo, trovare la via di mezzo può rappresentare una sfida difficile per molte persone.
I nostri bisogni sono importanti come quelli di chiunque altro. Se non lo crediamo, stiamo inconsciamente permettendo la mancanza di rispetto verso di noi. Ci sono persone che saranno ben felici di si approfittarsi di noi. Soprattutto saremo facili prede di egocentrici e narcisisti. Se evitiamo di avere confini, ciò significa che teniamo di più a ciò che gli altri pensano di noi che a ciò che noi stessi pensiamo. Facendolo perdiamo il rispetto di noi stessi e la nostra autostima ne soffre.
In psicoterapia l’avversione delle persone a fissare i confini nelle relazioni è spesso evidenziata dai seguiti dubbi :
- I confini non sono egoisti?
- Posso davvero stabilire dei limiti e rimanere una persona amorevole?
- Non sconvolgerò o ferirò le persone fissando dei limiti?
- Perché mi sento in colpa quando stabilisco dei confini?
Non dobbiamo farci fuorviare dal termine “confini” , gli stessi sono finalizzati a impedire agli elementi cattivi di entrare in una relazione: elementi negativi sono gli abusi, la crudeltà, le molestie e la manipolazione. Pertanto, confini sani nelle relazioni aiutano a mantenere le cose che ci nutrono dentro e a mantenere le cose che ci danneggiano fuori.
Le persone evitano di stabilire limiti per molte ragioni, ma la paura è la ragione principale: paura di far arrabbiare le persone, paura di deludere gli altri, paura di risultare cattivo e di rovinare le relazioni,
Ad una buona parte di noi è stato insegnato l’importanza di essere “bravi ragazzi”, gradevoli, gentili e altruisti, di conseguenza, sentiamo di dover rendere felici gli altri (o almeno non dispiacerli), e sacrifichiamo il nostro diritto alla sicurezza, al rispetto, all’individuazione e alla libertà.
Ignorare i propri desideri per servire e compiacere gli altri spesso proviene da un esasperato bisogno di approvazione esterna. Questo si verifica quando la nostra autostima è perlopiù in funzione del giudizio e delle opinioni esterni che riceviamo dagli altri, diventando così disponibili a soffocare la nostra essenza più profonda in cambio di approvazione e accettazione.
L’IMPORTANZA DI STABILIRE CONFINI SANI
Le relazioni interpersonali, in particolar modo quelle sentimentali, costituiscono un aspetto molto importante delle nostre vite sin dall’infanzia. È proprio allora infatti che, attraverso l’esperienza precoce della relazione con le nostre figure genitoriali, si costruiscono quegli schemi e quei modelli di relazione che ci guideranno nell’età adulta, rappresentando una sorta di “copione” che costituirà il paradigma di riferimento nel futuro mondo delle relazioni interpersonali.
La capacità di stabilire confini relazionali sani, è uno degli aspetti che possono risultare compromessi in seguito a “esperienze traumatiche prolungate di natura interpersonale, specie durante lo sviluppo”, sperimentate con le primarie figure di attaccamento.
È il modo in cui siamo cresciuti in famiglia e il ruolo che abbiamo ricoperto in essa può diventare sovente un ostacolo nel fissare e preservare dei sani confini interpersonali. Se, per esempio, abbiamo assunto e ricoperto il ruolo di “badante” cioè di colui/lei che si prende cura degli altri, potremmo avere imparato già in quelli fasi precoci di vita a concentrarci sugli altri, lasciandoci inaridire emotivamente o fisicamente: l’ignorare le nostre esigenze, potrebbe essere diventato una norma che si è insinuata subdolamente, ma profondamente.
Il modo in cui utilizziamo i nostri confini rispecchia quindi ciò che abbiamo appreso nel passato per adattarci alle situazioni in cui siamo cresciuti e per far fronte alla relazioni difficili nel corso dell’infanzia.
Questa modalità comportamentale appresa, oggi si ripresenta in modo automatico .
COMUNICARE I CONFINI NELLE RELAZIONI
La comunicazione gioca un ruolo vitale nella definizione e nel mantenimento dei confini nelle relazioni.
C’è anche la necessità vitale di essere specifici e diretti nella comunicazione dei confini . Più specifica è la tua comunicazione, migliori saranno i confini che verranno stabiliti.
Quindi, i parametri dei confini vanno enunciati in modo chiaro .
Cerchiamo di evitare urla, sarcasmo e altri segni di rabbia o disprezzo. Questo disattiva le persone dal tuo messaggio: smettono di ascoltare e iniziano a difendersi.
Stabilire e mantenere sani confini nelle relazioni è una conversazione continua tra noi e l’altro. Questo fatto è importante perché i confini cambiano nel tempo . E questo può andare in entrambi i casi.
Così come è importante notare i cambiamenti di confine, anche comunicarli è molto importante. Quindi, è necessario assicurarsi di tenersi aggiornati reciprocamente su eventuali modifiche ai confini in ogni momento.
Non c’è sempre un momento perfetto per discutere dei confini, ma se aspettiamo troppo a lungo, si corre il rischio di accumulare risentimento.
Per stabilire veri e sani confini nelle relazioni è necessario che i partner siano flessibili. Dovrebbero essere in grado di fermarsi e considerare ciò che vogliono veramente e anche come influenzerà il loro partner.
Ci sono confini negoziabili e altri assolutamente non negoziabili. Occorre avere ben chiari gli uni e gli altri per decidere cosa accettare, perdonare e a cosa rinunciare nella relazione, e cosa invece considerare come intollerabile e indicativo della necessità di riconsiderare gli equilibri, i ruoli o la continuazione del rapporto.
I compromessi sono una buona cosa, quando non portano a violare la propria dignità, i bisogni fondamentali ed i valori personali per accontentare le richieste dell’altro. Tollerare l’intollerabile con la speranza che l’altro cambi, capisca o ci resti accanto a tutti i costi non è un compromesso sano, anzi insegna all’altro che si è disposti a tollerare sempre di più mancanze di rispetto, considerazione o peggio.
Se l’altro non è disposto a rispettare i confini che riteniamo sani, valutare l’opportunità di chiudere la relazione o prendere le distanze.
Per imparare a prendere le distanze occorre rispettare il proprio sentimento e le proprie emozioni tanto quanto i propri reali desideri e bisogni, dire “no” quando è NO ciò che sentiamo.
Affinché l’altro possa invadere il nostro spazio, occorre che noi gliene diamo la possibilità.
In altre parole, se l’altro è responsabile di essere invadente, la nostra responsabilità è quella di tutelarci proteggendo i nostri confini.
Immaginati come una casa con attorno una recinzione: i confini che metti non sono muri per lasciar fuori gli altri ma limiti che ti permettono di proteggere la tua zona riservata.
Costruiamo frontiere protettive, ma porose, pareti con mura e finestre apribili e chiudibili a seconda delle necessità. Solo così matureremo quel senso di sicurezza tale da poter incontrare l’altro senza temere di esserne distrutti.
Dott. Marco Forti.
Psicologo, Psicoterapeuta & Sessuologo Clinico
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