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OTTIMISMO E PESSIMISMO

 

 

 

L’ottimismo è l’attitudine a giudicare favorevolmente lo stato e il divenire della realtà. Essere ottimisti, nell’opinione comune, è un tratto di personalità, di carattere, in genere valutato positivamente, in quanto l’ottimista è una persona che vive la vita in maniera più positiva, perché vede anche i lati  migliori che la caratterizzano.

“Il pessimismo” invece, è l’atteggiamento costante e sistematico di sfiducia nei confronti della realtà e della vita, ed il pessimista è colui che possiede un atteggiamento di accentuata sfiducia nei confronti della realtà e dell’esistenza.

L’essere aderenti alla realtà ed esaminare criticamente ed analiticamente le situazioni che si vivono, è stato da sempre considerato come requisito indispensabile per un buon adattamento psichico. Freud definisce ’”esame di realtà” questa capacità di oggettività, realismo ed obiettività nella valutazione delle esperienze di vita.  L’esame di realtà è una caratteristica fondamentale della salute mentale ed in ambito psicodiagnostico, distingue un buon adattamento psichico da situazioni patogene, quali gli stati psicotici, in cui questa capacità di aderenza a fatti oggettivamente verificabili, è compromessa.

Tra ottimismo e pessimismo la sanità consiste sostanzialmente nel giudicare le situazioni in modo né più, né meno favorevole di come esse si presentano ad un esame oggettivo. Un individuo che presenta un eccesso di ottimismo in una situazione oggettivamente critica o avversa, probabilmente non ha sviluppato un buon esame di realtà. Così pure un soggetto che manifesta un atteggiamento pessimistico là dove una situazione non sia né critica, né negativa, avrà anch’egli scarse facoltà di valutazione oggettiva.

Possiamo quindi distinguere due situazioni psicologicamente assai diverse. La prima è rappresentata da un ottimismo sano, normale, tipico del soggetto che scorge, fiducioso, nel suo futuro il successo delle sue azioni e il raggiungimento dei suoi obiettivi, in base però un principio di aderenza alla realtà. La seconda è caratterizzata da un ottimismo patologico, tipico della psicosi maniaco depressiva, o  della compulsione del giocatore d’azzardo, in cui l’atteggiamento ottimistico deriva da una visione distorta e disfunzionale della realtà.

 

L’OTTIMISMO PATOLOGICO

 

Analizzeremo in primis l’ottimismo patologico del giocatore d’azzardo per valutare come in personalità di questo tipo, è compromesso l’esame di realtà. Il giocatore d’azzardo manifesta un’effimera euforia, un eccessivo ottimismo nel proprio futuro ed una  sopravvalutazione delle proprie capacità. Nel giocatore d’azzardo, così come nell’investitore finanziario, la presunzione di essere vincenti può indurre il soggetto a precipitare nella trappola della ‘piramide’, meccanismo che porta ad essere vittime dello stesso successo, incrementando sempre di più l’entità degli investimenti, sicuri dei profitti ottenuti, fino al punto che un investimento non andato a buon fine comporterà delle perdite sproporzionate rispetto ai ricavi ottenuti. A livello psicologico a rendere il gioco tanto eccitante e coinvolgente è l’alternanza di sentimenti opposti di ansia ed esaltazione onnipotente, quest’ultima espressa tramite un maniacale ottimismo.

Il comportamento euforico e l’eccessivo e distorto ottimismo rappresentano anche i tratti caratterizzanti la psicosi maniaco-depressiva. In questo disturbo, alle tenebre e alla sofferenza della fase depressiva, si contrappongono l’instabilità e l’esaltazione della mania. Nella fase maniacale la disinibizione, la spinta frenetica e febbrile al movimento, caratterizzano uno stato in cui non c’è coscienza di malattia.

Per saperne di più e leggere l’articolo completo: https://www.psicoterapiapersona.it/2012/11/19/ottimismo-e-pessimismo/

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