L’ansia da prestazione nella donna
Naturale, liberatorio, emozionante e super passionale.
Ecco come le donne immaginano il sesso e desiderano viverlo con un partner.
Si costruiscono aspettative, fantasticano sui dettagli di quella che dovrebbe essere un’esperienza travolgente e appagante nella loro vita.
Eppure quella che appare come l’esperienza più bella, spontanea e semplice del mondo, a volte può essere vissuta con ansia e diventare un problema o addirittura un’impresa.
Tanto da creare un blocco vero e proprio che impedisce di vivere appieno il rapporto e ostacola e boicotta il raggiungimento del piacere.
Perché lasciarsi andare è amarsi, fidarsi dell’altro e soprattutto costruire quel delicato rapporto tra corpo e mente, privilegio di poche, che porta vivere al meglio ogni cosa, sesso compreso.
Non è un problema solo maschile
Anche se per la maggior parte delle persone è un problema solo maschile, l’ansia da prestazione riguarda anche le donne, ed è piuttosto diffusa.
Molte recenti ricerche e sondaggi sull’argomento, rilevano che una donna su cinque ne soffre e che potrebbe diventare uno dei nuovi nemici della coppia insieme allo stress e alla routine.
Una problematica questa che si è spesso associata solo all’uomo e che, invece, attanaglia anche l’universo femminile, mettendo sullo stesso piano maschi e femmine nell’espressione dell’ansia e sui suoi risvolti in ambito sessuale.
La donna quindi può vivere il sesso in maniera problematica al pari dell’uomo, ma nonostante questo dell’ansia da prestazione femminile si continua a parlare poco.
Per questioni culturali l’effetto negativo sull’identità sessuale è ancora maggior negli uomini che vivono la defaillance come un’impotenza più generalizzata alla propria identità di maschio. Il non appagamento femminile è considerato spesso più “normale”, accettabile, complice l’idea che le donne vivano il sesso con minor enfasi e bisogno.
Sono tante le donne che soffrono l’ansia da prestazione?
Nella pratica clinica gli esperti si confrontano continuamente con casi di ansia da prestazione femminile, in quanto è strettamente collegata a fattori di disagio e blocchi emotivi che inevitabilmente invadono la sfera sessuale. Pertanto, diviene una problematica comune e frequente che crea irrigidimento, tensione, impossibilità nel raggiungere l’orgasmo, portando a vivere via via l’intera esperienza sessuale in modo estraneo e sgradevole.
Cos’è
E’ un blocco emotivo della riposta sessuale che deriva dall’incapacità di lasciarsi andare e di perdere il controllo.
Il meccanismo, nell’uomo e nella donna è analogo; se nell’uomo però deriva dal timore di non farcela a raggiungere un’erezione, nella donna tutto parte dalla paura di non riuscire ad avere un orgasmo.
Differenti invece le “manifestazioni esterne”, che per l’uomo sono più evidenti e problematiche. La mancanza di erezione negli uomini crea più imbarazzo e l’ impossibilità a proseguire il rapporto, mentre nelle donne, pur con forte disagio, è possibile in genere portare a termine il rapporto.
Sentire il corpo con le sue sensazioni
Se la donna è troppo concentrata sul “risultato”, il rapporto è vissuto al pari di una competizione sportiva, come un atto puramente meccanico, uno strumento per ottenere il premio, ovvero l’orgasmo.
L’eccessiva focalizzazione sulla prestazione porta la donna a far prevalere la sua parte razionale su quella emotiva, impedendole di lasciarsi andare e di vivere il suo corpo e le sensazioni che le regala in quel momento.
La profezia che si avvera
Il timore di non riuscire a raggiungere l’orgasmo porta la donna a non averlo per davvero; il sesso è accompagnato da preoccupazione, ansia, e da un irrigidimento che ostacola l’eccitazione e tutte le reazioni corporee propedeutiche al piacere.
L’orgasmo così – complice anche una mancata o carente lubrificazione – nella maggior parte dei casi, non arriva.
L’esperienza sessuale diventa un teatrino sgradevole in cui non si è attori ma spettatori. Si parla infatti di “spectatoring”, intendendo con questo termine uno stato in cui si arriva ad osservare la propria prestazione dall’esterno, diventando spettatrici di se stesse. Anziché vivere le sensazioni di piacevolezza dell’amplesso, si controllano le emozioni e si analizza il proprio modo di fare l’amore con gli occhi freddi di un giudice, pronto a criticare ogni dettaglio.
Nel trattamento dell’ansia da prestazione va inoltre distinto se il problema è di tipo generalizzato (in tutte el situazioni) o situazionale (solo in alcuni momenti o con alcuni partner), primaria o secondaria, a seconda in che fase della vita sessuale si presenta.
Può essere scatenata anche da eventi particolari o comparire in determinati momenti di vita?
La sessualità è sempre uno specchio di come stiamo e della qualità della nostra emotività, quindi sicuramente a seconda dei periodi e degli avvenimenti che si susseguono nella nostra vita, ci saranno ripercussioni nella nostra vita sessuale e nella capacità di lasciarsi andare e di godere appieno delle esperienze (anche sessuali) che facciamo.
L’importante è rimanere in contatto con con ciò che si sta provando per capirne il senso e trovare un modo per allentare il blocco emotivo.
Da cosa dipende?
Alcuni studi sottolineano quanto la manifestazione di questo problema sia sempre più legata alla “mascolinizzazione” dello stile di vita della donna di oggi, sempre più dedito al lavoro e soggetto ad abitudini nocive (stress, fumo, consumo di alcol, eccessi). In generale nasce da tutte quelle problematiche legate all’ansia e ad aspetti di sé suscettibili di conflitto emotivo come: una bassa autostima, l’inesperienza e inconsapevolezza sessuale, ma anche il non sentirsi desiderabili e all’altezza delle aspettative proprie e dell’altro. Può, inoltre, svilupparsi a causa di una problematica nella coppia, di fiducia nel proprio partner o più in generale dalla scarsa capacità di fidarsi ed affidarsi all’altro, o per un grande blocco nel lasciarsi andare e perdere il controllo.
Vediamo più nel dettaglio.
Per raggiungere il piacere bisogna piacersi
Prima e imprescindibile condizione per vivere la sessualità nel migliore dei modi, senza problemi né ansie, è l’autostima.
Se una donna non ha fiducia in se stessa tenderà ad essere critica e per questo a focalizzarsi con severità sulla sua prestazione innescando il meccanismo dello spectatoring.
Un altro rischio, se non ci si ama abbastanza, è quello di concentrarsi unicamente sulla soddisfazione del partner. Il pensiero “l’importante è il tuo piacere, non il mio” è sintomatico del mettersi in secondo piano rispetto al proprio compagno.
L’autoerotismo : conoscere se stesse e il proprio corpo
A volte invece l’ansia da prestazione può essere correlata a una scarsa conoscenza della propria “mappa erotica” e della propria risposta sessuale.
Avere la consapevolezza del proprio corpo, dei punti più sensibili e di ciò che ci piace e non ci piace è importantissimo per “sentire” davvero il sesso e non avere l’ansia dell’orgasmo perché diventa più semplice raggiungerlo. Oltre che diviene fondamentale per poter comunicare e ”guidare” al meglio il partner verso il nostro piacere.
Quanto c’entra il partner? O è sempre una questione individuale?
E’ un tipo di disagio che può nascere sia da proprie caratteristiche e quindi essere presente in tutti i rapporti che si hanno, o invece, nascere strettamente correlata alla qualità della specifica relazione che si vive.
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