Come aiutare i pazienti con paura delle iniezioni
Gli psicologi stanno condividendo interventi e indicazioni per aiutare persone la cui paura degli aghi potrebbe impedirgli o complicare loro la vaccinazione COVID-19.
Da quando il virus sopracitato è emerso per la prima volta, molteplici sono stati i costi emotivi individuali.
Anche il pensiero degli aghi e delle iniezioni possono evocare essere paure irrazionali e non rari sono i casi di risposta vasovagale alla procedura dell’iniezione che provocano svenimento.
Tali ansie possono scoraggiare importanti cure mediche. Una meta-analisi ha rilevato che l’8% degli operatori sanitari negli ospedali e il 18% dei lavoratori nelle strutture di assistenza a lungo termine evitano il vaccino antinfluenzale a causa della paura dell’ago (McLenon., J., & Rogers, MAM, Journal of Advanced Nursing , Vol. 75, n. 1, 2019). Uno studio canadese, basato su un sondaggio tra genitori e bambini, ha rilevato che il 7% degli adulti e l’8% dei bambini hanno riportato la paura dell’ago come motivo principale per non ricevere le vaccinazioni raccomandate (Taddio, A., et al., Vaccine , Vol 30, n. 32, 2012).
Non è chiaro fino a che punto la paura delle iniezioni scoraggeranno le persone, data la posta in gioco coinvolta nella pandemia di COVID-19, ma data l’importanza di vaccinare il più possibile la popolazione, gli psicologi dovrebbero essere preparati ad aiutare i pazienti che riconoscono tali paure e pronti a offrire una guida agli operatori sanitari che potrebbero incontrare questi pazienti. Queste paure possono essere inibitorie anche quando riguardano pazienti che non soddisfano i criteri diagnostici per una emofobia o fobia del sangue.
Se i pazienti hanno alti livelli di paura dell’ago, “tendendo all’evitamento o a un disagio molto elevato durante le procedure”, probabilmente sarà necessaria la terapia specifica d’esposizione.
Lo spettro dell’ago
Sentirsi intimoriti riguardo alle iniezioni e ai prelievi di sangue è relativamente normale: c’è qualcosa che viene iniettato o tolto dal tuo corpo e c’è’ pure del dolore coinvolto.
Solitamente i timori di iniezione più significativi finiscono per essere collegati ad una o più esperienze negative, avvenute, più probabilmente, negli anni in età prescolare. I bambini, in particolare, possono anche essere influenzati da discorsi, racconti paurosi di coloro che li circondano, come fratelli, genitori o medici. Anche le immagini nei media popolari e nei notiziari possono suscitare paure.
Gli adulti con ansia significativa possono posticipare o saltare un vaccino o una procedura d’esame ematologico e i bambini possono rifiutarsi apertamente. Pazienti con un grado ancora più alto di paura o fobia possono sperimentare una risposta vasovagale.
La stessa reazione vasovagale deriva dalla frequenza cardiaca e dalla pressione sanguigna del paziente che aumentano di giri e poi scendono bruscamente. Il risultato può essere che il paziente sviene o manifesta altri sintomi, tra cui vertigini, nausea o sudorazione.
Affrontare le paure del vaccino contro il COVID 19
Data l’urgenza della somministrazione del vaccino in questo momento, vi è la necessità di parlare con i pazienti che stanno lottando con queste paure, loro stessi vogliono gestire meglio la propria fobia perché sta progressivamente interferendo con la loro vita o vogliono imparare strategie per superare tale ostacolo.
In primis possiamo insegnare loro alcune tecniche di coping facili e veloci in modo che sentano una certa padronanza” prima della vaccinazione, per esempio tecniche di respirazione profonda o il rilassamento muscolare progressivo.
Consigliabile anche sviluppare un piano con ogni persona per pensare a tutti i pezzi dell’incontro con il vaccino. Il paziente sarebbe più a suo agio sapendo in tempo reale cosa sta facendo l’infermiera, incluso ricevere un avviso prima che venga somministrato, o preferirebbero distrarsi il più possibile ascoltando musica in cuffia? Il paziente dovrebbe quindi esprimere quelle preferenze e chiedere aiuto a chi sta somministrando il vaccino.
E’ nel contesto di livelli più bassi di paura che la distrazione risulta davvero utile.
Il regime a due dosi coinvolto con alcuni dei vaccini COVID-19 inizialmente approvati può comportare ulteriore stress per i pazienti avversi all’ago, ma gli psicologi possono lavorare con i pazienti su un reframing positivo, concentrandosi su ciò che è andato bene con la prima dose o con l’ultima iniezione che riescono a ricordare. Se ricordiamo le cose in un modo davvero orribile e angosciante, è più probabile che ci aspetteremo che andranno peggio la prossima volta.
Gli psicologi possono anche incoraggiare i pazienti a praticare un dialogo interiore positivo durante la procedura stessa, ma le tecniche di respirazione profonda sono le più utili durante la procedura per ridurre nella persona la risposta di lotta o fuga, nonché la tensione nell’area muscolare in cui verrà iniettato il vaccino.
L’angoscia e il dolore sono strettamente correlati tra loro, più i pazienti sono angosciati, più teso tengono il loro corpo.
Affrontare la fobia dell’ago diagnosticabil
Gli studi indicano che dal 3% al 4% delle persone si qualifica come affetta da “belonefobia” o paura degli aghi , che è caratterizzata da comportamento di evitamento, intensa paura irrazionale e rischio di vertigini in previsione del trattamento (Wani, AL, et al., Neurologia comportamentale , 2014).
Per gli individui che vogliono superare una fobia diagnosticabile o alti livelli di paura, la ricerca indica che la terapia dell’esposizione è probabilmente l’approccio ottimale (McMurtry, CM, et al., Cognitive Behavior Therapy , Vol. 45, No. 3, 2016).
Se le persone non ricevono aiuto, il rischio è che queste paure peggiorino, soprattutto dato che molte persone ricevono i vaccini di rado una volta raggiunta l’età adulta. Per tutto il tempo possono costruire la loro cognizione e le loro paure senza alcuna controprova.
Articolo liberamente tradotto da: https://www.apa.org/monitor/2021/06/injection-fear
Dott. Marco Forti.
Psicologo, Psicoterapeuta & Sessuologo Clinico
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