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Sesso ed eiaculazione precoce: cosa serve per durare di più?

L’eiaculazione precoce può essere definita come la difficoltà o incapacità da parte dell’uomo nell’esercitare il controllo volontario sull’eiaculazione.

Può presentarsi in maniera persistente o occasionale in seguito a stimolazione sessuale anche minima, prima, durante o poco dopo la penetrazione e comunque prima di quando il soggetto desidererebbe.

Perché si possa parlare di vera e propria eiaculazione precoce, però, occorre che siano soddisfatte altre due condizioni: deve causare un forte stress in chi ne è colpito e difficoltà interpersonali a livello di coppia; non deve essere determinata esclusivamente dall’effetto diretto di farmaci o droghe.

Aspetto curioso: l’eiaculazione precoce è diventata un problema meritevole di approfondimento clinico solo negli ultimi decenni, ossia da quando la durata del rapporto e il piacere di entrambi i partner sono diventati progressivamente importanti rispetto al solo obiettivo riproduttivo.

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L’eiaculazione precoce è considerata la disfunzione sessuale maschile più diffusa, anche se una quantificazione precisa della sua incidenza risulta estremamente difficoltosa, a causa delle sua definizione non univoca.

La maggior parte degli studi effettuati assegna alla disfunzione una percentuale di incidenza che va dal 20% al 30%, anche se, secondo alcuni studiosi, questi dati sono sottostimati, vista la bassa percentuale di uomini che si presentano ai centri medici per chiedere un trattamento.

Non esiste un criterio preciso, né sintomi precisi, per definire quand’è che si possa parlare di vera e propria eiaculazione precoce , tuttavia sono stati isolati tre parametri ricorrenti del disturbo:

  • la persistenza e ricorrenza;
    • la brevità della stimolazione necessaria affinché si presenti la fase dell’eiaculazione;
    • il fatto che l’uomo vorrebbe poter posticipare l’eiaculazione ma non vi riesce;

 

La persistenza e la ricorrenza

Questo primo criterio sottolinea il presentarsi con una certa regolarità e continuità nel tempo del disturbo. Una disfunzionalità occasionale, non deve far pensare ad una patologia, né mettere necessariamente in allarme.

Questo vuol dire che, ad es., situazioni di precocità sessuale in un ragazzo alle prime armi o dopo una lunga astinenza o in un adulto in tensione che si approccia per la prima volta ad una nuova partner,  non debbano destare preoccupazione. In casi simili meglio stare tranquilli e aspettare che la cosa si evolva da sé; se così non fosse poi, esistono strategie terapeutiche testate e comprovate, utili a risolvere l’eventuale problema.

Si parla inoltre di disturbo generalizzato o situazionale a seconda che sia sempre presente nell’attività sessuale dell’uomo o soltanto per determinate situazioni, attività o partner.

Brevità della stimolazione necessaria affinché si presenti la fase dell’eiaculazione

La dimensione temporale è insita già nella denominazione del disturbo ed è un aspetto tanto importante, quanto difficile da definire universalmente.

Naturalmente le forme più gravi di eiaculazione precoce rimangono quelle “ante portam”, cioè l’eiaculazione che avviene prima che si sia riusciti a penetrare oppure quelle che vedono un’eiaculazione raggiunta con un numero esigo di spinte coitali.

Incapacità di posticipare l’eiaculazione anche se si vorrebbe

Quest’ultimo criterio riprende il parametro indicato dalla Dr.ssa H. S. Kaplan che rimane tutt’ora basilare per la comprensione del disturbo, ovvero il fatto che l’uomo che presenta questo problema sente di non avere un sostanziale controllo dell’eiaculazione, che si presenta come un evento subito passivamente, piuttosto che ricercato e voluto.

La definizione diagnostica maggiormente sostenuta dalla sessuologia scientifica, si centra dunque sulla carente percezione e possibilità di controllo dell’individuo sui tempi e modi del processo di eccitazione sessuale e quindi sul raggiungimento della soglia psicofisiologica di attivazione del riflesso eiaculatorio.

La maggior parte dei giovani maschi impara a ritardare l’orgasmo con l’esperienza sessuale e con l’età, tuttavia alcuni continuano ad eiaculare precocemente e arrivano a cercare aiuto per il proprio disturbo. Altri uomini riescono a ritardare l’eiaculazione nell’ambito di una relazione stabile, ma manifestano nuovamente i sintomi dell’eiaculazione precoce quando hanno un nuovo partner.

Cause dell’eiaculazione precoce

Le cause dell’eiaculazione precoce sono, nella stragrande maggioranza dei casi, assolutamente psicologiche o emotive, riguardano la storia e le caratteristiche individuali, come pure le dinamiche relazionali della coppia.

Oltre all’ansia, i fattori psicosessuali che rendono difficile il controllo per una ragionevole tenuta sono l’inesperienza, i sensi di colpa, la vergogna, o la paura di essere scoperti, soprattutto nei giovanissimi.
Sono invece di natura relazionale i conflitti, le tensioni, le frustrazioni di coppia; oppure, sul piano clinico, gli eventuali problemi sessuali della partner, come ad esempio la dispareunia o il vaginismo.

Le rare cause organiche possono essere riferite ad anomalie anatomiche esterne come la fimosi e il frenulo del pene corto.

Una volta escluse le cause di natura biologica, la cura dell’eiaculazione precoce si concentra sugli aspetti psicogeni,  attraverso una forma principale d’intervento volta ad incrementare la latenza eiaculatoria ed il senso di auto-controllo: la terapia comportamentale esercitata da uno psicoterapeuta e sessuologo clinico.
L’osservazione che un training sessuale, individuale e/o di coppia, condotto all’interno di una terapia sessuale effettuata da un sessuolgo esperto, conduce di norma al miglioramento del controllo volontario sul riflesso dell’orgasmo e al superamento della precocita’.

La terapia comportamentale, altrimenti detta “mansionale”, prevede generalmente la partecipazione di entrambi i membri della coppia, ove possibile, e implica una serie di prescrizioni ben precise e di esercizi da eseguire insieme al partner, che il terapeuta suggerisce nel corso delle sedute per cercare di limitare gradualmente le eiaculazioni precoci e aumentare il senso di autocontrollo del soggetto.

Tale approccio terapeutico si prefigge l’obiettivo di migliorare la capacità di ascoltare il crescendo delle sensazioni erotiche e mantenere il controllo sul riflesso eiaculatorio, con esercizi di focalizzazione sensoriale,attenua il picco d’ansia al momento della penetrazione e migliora la qualità dell’intimità con la partner.

Si tratta di una strategia di cura molto diretta al problema, che viene affrontato attraverso specifiche tecniche, ma che non trascura, ove necessario, l’analisi di aspetti psicologici più profondi, connessi alla struttura di personalità del soggetto, alle sue relazioni, alle sue idee e convinzioni relative alla sessualità.

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Le Terapie Sessuali, nate negli anni 60 negli USA e sviluppate negli Istituti europei che le hanno ulteriormente perfezionate ed arricchite si sono dimostrate da tempo come le più efficaci nella cura della precocità e si rivolgono con successo al singolo ed alla coppia.

 

Autore © Dott. Marco Forti. L’articolo rispecchia le opinioni dell’autore al momento dell’ultima modifica. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy e Copyright.

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