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Tiziano Terzani: monologo sulla felicità

Quando ad una persona elimini la sua essenza migliore cioè il tempo della sua esistenza, l’unica vera ricchezza non riacquistabile nemmeno con tutto l’oro del mondo, non resta che aggrapparsi disperatamente ai surrogati di esistenza: le dipendenze.

Di-pendere, pendere.. rimanere aggrappati a qualcosa o a qualcuno, cioè ancorare la nostra fonte di energia e di desiderio a qualsiasi cosa che ci restituisca un momento di… illusione, la libertà è già morta!!!

La felicità è un ideale». Se diventa un’utopia non la raggiungi mai. Se pensiamo che la felicità sia il frutto di condizioni ideali, se pensiamo cioè che saremo felici solo quando avremo realizzato quel tal obiettivo, o avremo raggiunto quella determinata meta personale, stiamo rimandando la felicità a un futuro utopico che potrebbe non arrivare mai.

Ma se la felicità diventa un’utopia, l’infelicità diventa la norma. Non bisogna mai opporre la realtà di oggi ai sogni di domani: la realtà deve essere il nostro sogno, oggi, qui.

Tutto quello che ci serve per essere felici è già a nostra disposizione, non c’è da cercare altro.

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