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Lo faccio domani: capire le emozioni di chi procrastina

Nuove ricerche suggeriscono che procrastinare è un modo per gestire stress e ansia: l’intervento terapeutico va focalizzato sulle emozioni del paziente.

Lo faccio domani: capire le emozioni di chi procrastina

In Psicologia si definisce procrastinazione quel comportamento che spinge a ritardare volontariamente un’azione nonostante prevedibili conseguenze future negative: si opta per il piacere di breve durata a costo dei benefici a lungo termine.

A chi di voi non è mai capitato di rimandare qualcosa con la classica frase Lo faccio domani e, ovviamente, quel domani non è più arrivato, a meno che non si siano subìti gli effetti negativi di tale rimandare? Oppure, nota dolente per molti, quante volte il famoso Lunedì dieta ha visto il susseguirsi di settimane e poi di mesi e ancora di stagioni?

Può capitare quasi a tutti, dunque, di rimandare alcuni compiti, perdendo di vista gli annessi obiettivi futuri, e diventare dei procrastinatori.

In Psicologia si definisce Procrastinazione quel comportamento che spinge a ritardare volontariamente un’azione nonostante prevedibili conseguenze future negative: si opta per il piacere di breve durata a costo dei benefici a lungo termine.

Vi sono individui che tendono solo raramente a rimandare i propri impegni, mentre vi sono persone che danno priorità al piacere momentaneo, sacrificando così il proprio futuro, costantemente e in quasi tutti gli ambiti della loro vita (o per lo meno quelli più importanti): in questo caso si parla di procrastinatori cronici.

La procrastinazione tocca diverse sfere di vita, da quella lavorativa a quella relazionale, e può dunque spesso portare chi procrastina a spiacevoli conseguenze, sia sul piano fisico che psicologico. Cosa succede però, a livello emotivo, che porta una persona a rimandare continuamente un’azione?

Spesso alcuni interventi terapeutici tendono a dare maggiore priorità a una migliore gestione temporale: dividere dunque il progetto in piccoli passi e condurre il paziente a iniziare pian piano da questi. Gran parte del lavoro andrebbe anche indirizzato sulla sfera emotiva del paziente, sull’ansia e sulla ‘miopia temporale’ (l’incapacità di pensarsi adeguatamente nel futuro) tipiche di chi procrastina assiduamente.


Per saperne di più e leggere l’articolo completo: http://www.stateofmind.it/2015/09/procrastinazione-emozioni/

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