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Voglio stare con te, non voglio stare con te: l’ambivalenza nelle relazioni

Tratto da Anna Zanon

Non riesco a capire se ti amo o no..

Innamorarsi dovrebbe essere la cosa più naturale del mondo. Ma non per te. Stai da tempo con qualcuno e ancora non riesci a capire che cosa provi nei suoi confronti. Certe volte ti sembra di amarlo/a, altre volte non riesci a sentire nulla per lui/lei, se non un vago senso di soffocamento e di noia quando state insieme e ti chiedi se non sarebbe meglio per tutte e due lasciarsi. In fondo se ti senti così apatico/a significa che non sei innamorato/a , no? Solo che quando provi ad allontanarti, non riesci a resistere: ti manca troppo e poi impazzisci all’idea di vederlo/a con un altro/a.

Forse non sei tu ad avere questa problematica ma stai leggendo questo articolo per cercare di capire meglio il tuo partner che ti confonde con il suo comportamento ambiguo e contradditorio.

Tutte le relazioni sono un po’ ambivalenti

Molte persone pensano che già il solo fatto di chiedersi se si ama significhi automaticamente non amare, peggio ancora se si avvertono talvolta dei sentimenti negativi nei confronti del partner o se si notano dei suoi piccoli difetti che però infastidiscono in modo insopportabile.
In fin dei conti se fosse la persona giusta non dovrebbe esserci alcun dubbio no?
Siamo un po’ tutti vittime del pregiudizio culturale che ci vorrebbe innamoratissimi accanto ad un partner perfetto con cui avere un intesa quasi perfetta.
Le relazioni sono invece complicate, fragili e imperfette e persino quelle più solide come quelle madre/ figlio non sono esenti dall’ambivalenza ( coesistenza di sentimenti contrastanti e di desideri contradittori nei confronti dell’ altro e della relazione). Un esempio classico di ambivalenza insito nella natura umana è il conflitto tra il bisogno d’affetto, sicurezza e appartenenza e quello di indipendenza e libertà.
Per esempio, una madre potrebbe adorare suo figlio ed essere soddisfatta della sua vita familiare ma qualche volta, nei momenti di maggior stanchezza, invidiare le amiche single che vivono una vita più libera e spensierata.
Inoltre anche nelle migliori relazioni dovremo sempre fare i conti con gli aspetti dell’ altro/a che non ci piacciono e che troviamo irritanti, pesanti, noiosi.
Possiamo amare qualcuno con tutto il cuore ma anche non sopportarlo quando si comporta in un certo modo. E’ normale.
Quando non si comprende la propria ambivalenza, si finisce per credere che se non si pensa al proprio partner 24h /h o in certe situazioni si provano dei sentimenti negativi nei suoi confronti o addirittura si fantastica come sarebbe stare con un altro/a, allora non è vero amore. Se fosse vero amore non ci dovrebbero essere dubbi, no?

Come gestire l’ambivalenza

Il miglior modo per gestire l’ambivalenza è quella di osservarla, conoscerla e comprenderla. Spesso ricevo mail del tenore ” Certe volte guardo il mio fidanzato/a e mi sembra brutto/a e non mi piace più. Mi aiuti dottoressa, come posso non provare più queste emozioni?”. Risposta: non si può evitare di provare certe emozioni indesiderate ( noia, rabbia, paura, ecc) e non si può neppure provarne a comando certe altre (gioia, amore, attrazione).
Anzi, non c’è niente come pretendere di provare solo determinate emozioni per togliere alla relazione spontaneità e gioia e per appesantire ogni incontro con un eccesso di aspettative che certo non giovano al rapporto.
Pretendere di sentirsi sempre innamorati o in sintonia con l’ altro/a è come pretendere che ci sia sempre il sole e avere paura che se un giorno piove, pioverà per sempre.
Fuori di metafora, per gestire l’ambivalenza bisogna accettare i dubbi, le paure, i sentimenti negativi che ogni tanto insorgono senza drammatizzare o prenderli come la verità ultima sul rapporto ma solo come un indicazione di come ci sentiamo con il nostro partner in quel determinato momento.
Le emozioni sono per loro natura mutevoli, vanno e vengono, però possono essere degli aiuti preziosi se riusciamo a decodificare il loro messaggio ( es :” provo ansia quando c’è troppa vicinanza emotiva, forse stiamo correndo troppo”, ” mi arrabbio tanto perché mi ricorda mio padre e ho paura di rivivere le stesse sensazioni”, ” mi fa sentire soffocato come mia madre, ho bisogno di mettere dei limiti”)

Quando l’ ambivalenza è troppa: non posso stare né con te né senza di te

Se è vero che un po’ di ambivalenza è sempre presente anche in una relazione solida e affettuosa, alcune relazioni sono dominate dall’ambivalenza.
Si tratta di rapporti complessi caratterizzati da continue rotture e riconciliazioni in cui si oscilla, nei casi più estremi, tra l’amore e l’odio verso l’altro che viene percepito come un nemico da cui difendersi. Sono quelle che coppie che dopo essersi fatte reciprocamente molto male con tradimenti, ripicche, violenze verbali e fisiche tornano insieme follemente innamorati dicendo che non possono vivere l’uno senza l’ altra ( almeno fino alla prossima crisi).
Nei casi meno gravi nella relazione si alternano momenti di calore e condivisione emotiva ad altri di freddezza e distacco in cui non si riesce a riconoscere l’importanza dell’ altro che viene svalutato e visto soprattutto nei suoi difetti.

per leggere l’articolo completo: rolandociofi.blogspot.it/2018/04/voglio-stare-con-te-non-voglio-stare.html

 

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