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Quando il passato non è passato: l’elaborazione delle esperienze traumatiche attraverso l’EMDR

La seguente presentazione ha una finalità divulgativa e riflette le mie radici esperienziali come pure il mio modo di utilizzare l’EMDR.

Per una presentazione ufficiale  si può consultare direttamente il sito dell’Associazione EMDR Italia all’indirizzo: www.emdr.it.

L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, traducibile letteralmente  Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un approccio psico-terapeutico utilizzato per il trattamento delle esperienze traumatizzanti e dello stress post-traumatico.
L’EMDR si focalizza sul ricordo dell’esperienza traumatica ed è una metodologia completa che utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione per trattare disturbi legati direttamente ad esperienze provocate da trauma o comunque particolarmente stressanti dal punto di vista emotivo.

Cos’è ed in cosa consiste un trauma psicologico?

Il trauma psicologico è una forma speciale di ricordo che si forma allorché la persona vive un’esperienza minacciosa che supera in intensità le sue capacità di risposta e di adattamento.

In altri termini, la persona non riesce, mediante le sue abituali capacità di reagire, rispondere alle situazioni, a gestire una minaccia e, di conseguenza, vive un terribile senso di impotenza, di vulnerabilità, di colpa o di inadeguatezza

Noi siamo abituati a considerare come traumatici eventi catastrofici quali incidenti, terremoti, perdite traumatiche, abusi sessuali, ma le esperienze traumatizzanti non sono solo quelle che hanno le caratteristiche di un evento fuori dalla norma, bensì tutte quelle situazioni che, se non elaborate, possono avere un’influenza a lungo termine sul benessere della persona.

Possono essere eventi traumatici potenziali anche la violenza verbale e le relazioni infantili dolorose.

Mettendo a fuoco la rievocazione di eventi o situazioni che hanno contribuito allo sviluppo di problemi emotivi o disturbi psicologici, l’EMDR consente di modificare la prospettiva con cui si vedono queste esperienze, attraverso un ridimensionamento che trasforma il trauma in un ricordo privo di condizionamenti sul presente.

In condizioni normali, ordinarie, le esperienze negative vissute vengono immagazzinate nella nostra memoria ed elaborate in modo funzionale permettendo alla persona di accedere volontariamente ai ricordi e di utilizzarli in modo costruttivo.

Durante un’esperienza traumatica, invece, le informazioni restano “intrappolate”, scollegate dal resto, mantenendo attive le convinzioni, emozioni e sensazioni fisiche presenti al momento dell’evento traumatico, creando uno stato di disagio alla persona.

L’Emdr permette di accedere all’esperienza traumatica “non digerita e scollegata” e stimola il naturale processo di elaborazione delle informazioni consentendo di elaborare l’esperienza traumatica e di renderla adattiva per il soggetto.

Dal 2013 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto l’EMDR come trattamento d’elezione per la cura dei traumi e dei disturbi ad essi correlati.

Brain model xray look isolated on white background

Traumi “T” e traumi “t” 

Una distinzione importante è quella fra i cosiddetti traumi psicologici con la “T” maiuscola e i traumi psicologici con la “t” minuscola.

traumi psicologici con la “T” maiuscola sono provocati da un singolo evento che la persona ha vissuto come una minaccia alla (propria o altrui) vita. In genere i ricordi traumatici “T” si strutturano a seguito di eventi a “forte impatto” quali: le catastrofi, la violenza sessuale, la diagnosi di una malattia grave, l’attacco fisico.

traumi psicologici con la “t” minuscola sono causati invece da eventi scioccanti senza che questi abbiano però rappresentato una reale minaccia per la vita per il soggetto.

Molto spesso sono originati da eventi disturbanti relativi alla sfera delle relazioni familiari o interpersonali. Possono essere determinati da un singolo evento (ad esempio: un allenatore che critica aspramente e pubblicamente un ragazzo e questi si sente completamente sbagliato) o, come spesso avviene, da una molteplicità di eventi simili che si sono ripetuti nel tempo (ad esempio: per anni un genitore che paragona sempre in negativo il proprio figlio/a ad altre persone e questi si convince progressivamente di essere in effetti una “nullità” ).
Quando si subisce un certo tipo di esperienza traumatica il cervello riceve una grossa mole di informazioni (ovvero pensieri, emozioni e sensazioni corporee) che non riesce ad elaborare e immagazzinare funzionalmente.

Generalmente infatti, le esperienze vengono acquisite dal cervello in modo tale che l’individuo può accedere al ricordo in modo costruttivo e senza scatenare alcun tipo di disagio emotivo. I traumi invece rimangono “congelati” e mantengono le stesse emozioni e sensazioni fisiche che si erano provate al momento dell’evento, e non consentono un’elaborazione razionale degli stessi.

Come funziona l’EMDR?

Dopo una fase di raccolta della storia di vita della persona ed una fase di preparazione alla terapia, il ricordo o i ricordi collegati maggiormente ai sintomi riferiti vengono trattati dallo psicoterapeuta attraverso i set di stimolazione bilaterale.

In pratica il paziente segue con gli occhi le dita del terapeuta, che avrà precedentemente misurato tutti gli aspetti del ricordo: emozioni, pensieri negativi e sensazioni fisiche.

Durante la stimolazione il paziente sarà in grado di collegare quel ricordo a reti di memoria più ampie, e sarà anche aiutato, attraverso le varie fasi, ad integrare quell’evento nella sua storia, senza  essere più emotivamente disturbato dal ricordo.

Perché i movimenti oculari?

I movimenti oculari (o altre stimolazioni bilaterali) comportino l’attivazione di quel meccanismo innato e naturale alla base del sistema di processamento dell’informazione, consentendo così l’elaborazione del trauma.

In parole semplici, mentre il soggetto è concentrato contemporaneamente sul ricordo ed i movimenti oculari, gli emisferi celebrali si attivano in modo tale da sbloccare il suddetto ricordo e rimetterlo “in circolo”, stimolando la formazione di nuove connessioni neurali e quindi nuovi significati utili.

Prima dell’EMDR, la persona non riesce ad essere distaccata dall’esperienza vissuta in senso traumatico. A volte non si rende neanche conto che ciò che sta vivendo oggi riguarda in realtà il passato. La persona risponde oggi con l’intensa emotività di allora.

Dopo l’EMDR il ricordo traumatico è stato elaborato e si comporta come un “ricordo normale”, quindi innanzitutto privo dell’attivazione emotiva di disagio.

EMDR e traumi “t”

Gran parte delle persone che si rivolgono ad uno psicoterapeuta, però, non hanno sofferto di traumi “T”, ma presentano difficoltà psicologiche che derivano da traumi relazionali avvenuti durante l’infanzia.

Sono persone che soffrono di ansia, di depressione, di gelosia o di sensi colpa, di difficoltà di relazione o di bassa autostima, i cui disturbi sono stati determinati da traumi infantili di tipo “t”: esperienze ripetute di trascuratezza, di abbandono, di iper-critica, di controllo eccessivo  vissuti in genere in età infantile nella relazione con i genitori.

I terapeuti EMDR hanno iniziato ad utilizzare questo approccio terapeutico anche per il trattamento di questo tipo di pazienti. Gradualmente si sono accorti della grande efficacia dell’EMDR anche per il trattamento dei disturbi da traumi “t”.

I traumi psicologici infantili “t”, poiché spesso lontani nel tempo, possono essere scarsamente accessibili alla memoria. Di conseguenza, il lavoro dell’EMDR con i traumi infantili deve essere preceduto da un serio lavoro esplorativo, che lo psicoterapeuta e il paziente devono fare insieme allo scopo di “mettere insieme i pezzi” e individuare gli eventi di ieri che hanno causato i disturbi di oggi.

Chi può praticare l’EMDR?

L’Associazione Italiana EMDR mantiene un elenco degli psicoterapeuti formatisi anche nella metodica EMDR. Tale elenco è consultabile all’indirizzo: http://emdr.it/index.php/terapeuti/

Al di là delle considerazioni generali su come scegliere uno psico-terapeuta, al fine di individuare lo psicoterapeuta EMDR giusto per sé, consiglio di verificare che lo psicoterapeuta abbia la qualifica di “Practitioner” (la qualifica è specificata nell’elenco degli psicoterapeuti curato dalla Associazione Italiana EMDR).

La qualifica di “Practitioner” sta a certificare che lo psicoterapeuta abbia seguito i corsi di formazione EMDR, che abbia trattato un determinato numero di pazienti con l’EMDR, che sia stato supervisionato da un supervisore esperto in EMDR e che, infine, abbia superato un apposito esame.

 

Autore © Dott. Marco Forti.

L’articolo rispecchia le opinioni dell’autore al momento dell’ultima modifica. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy e Copyright.

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