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Chi tradisce vuole essere amato?

Ricerche sembrano suggerire che in almeno il 25% delle coppie vi sia stata un’esperienza di tradimento, ma probabilmente la realtà si assesta su numeri anche superiori. Chi tradisce perché lo fa? Per sentirsi amato?

Ci sono diversi modi e diverse motivazioni legati al tradimento.

Ci sono tradimenti fisici e tradimenti emotivi, ma anche modalità e schemi di comportamento che sembrano indicare che, se fosse vero che si tradisce per sentirsi amati, lo si fa in modo diverso a seconda delle caratteristiche personali e dell’esperienza emotiva personale pregressa.

Naturalmente ogni situazione è a sé ma si possono individuare  modalità tipiche:

Il collezionista

Il collezionista è quel partner che, a prescindere dal grado di soddisfazione che ha per la propria situazione di coppia, cerca costantemente di creare intorno a lui un terreno fertile.

Stile di conquista e seduzione sono i suoi strumenti abituali che applica in modo quasi inconsapevole.

Il suo modus operandi è costante: seduce, sorride, riempie di complimenti, è gentile, disponibile, ammiccante, ironico.

Il collezionista ha bisogno di piacere, ha bisogno di sapere di avere continue possibilità sessuali.

Alcuni vivono poi queste occasioni sino in fondo, consumando rapporti sessuali con le persone che incontrano sul loro cammino, altri si fermano prima, a un bacio o anche solo a una cena.

L’obiettivo del collezionista è appunto accumulare avventure, conquiste e seduzioni. Molto spesso questo schema è a suo parere naturale, per questo motivo il collezionista potrebbe non avere la consapevolezza che il suo comportamento potrebbe ferire il partner.

Quando il collezionista viene messo sotto pressione con ultimatum o suppliche reagisce sulla difensiva accusando gli altri di volerlo cambiare, di non accettarlo per come è.

Da solo il collezionista non potrà cambiare, ci proverà, giurerà di farlo o di averlo fatto, ma poi ricadrà nel suo schema di azione, perché quello è l’unico modo che conosce per relazionarsi con gli altri.

Un lavoro sulla consapevolezza potrà regalargli il piacere della responsabilità e restituirgli una vera libertà, non quella che lui pensa già di avere.

L’avventuriero di una notte

L’avventuriero si giustifica dicendo cose come “l’occasione fa l’uomo ladro”, racconta a se stesso e agli altri che quel tradimento non se l’è andato a cercare, ma che “è successo”.

Le circostanze diventano l’alibi che impediscono all’avventuriero di assumersi la responsabilità del proprio comportamento. In questo senso non ci sarà una vera crescita personale, passeranno gli anni, l’avventuriero aumenterà di esperienza, ma non sarà mai libero di vivere una relazione in modo autentico, finché non scoprirà il piacere della responsabilità.

Il vendicatore

Il vendicatore desidera “restituire pan per focaccia”. Probabilmente ritiene di aver subito un torto da parte del partner, che può essere un tradimento oppure semplicemente un non sentirsi apprezzato per quello che ritiene essere il proprio valore. A quel punto, l’arma più potente di cui dispone per ferire il partner, è il tradimento perché ciò gli consente di far arrivare il messaggio forte e chiaro.

Il vendicatore non è in grado di riconoscere ed elaborare la sua rabbia e la sua frustrazione pertanto ne rimane prigioniero. Il suo comportamento non è rispettoso nei confronti né del partner né delle persone che incontrerà sulla sua strada,  perché esse saranno solo un mezzo per attuare la sua punizione verso il partner.

Molto spesso queste persone non la vedono così, non hanno la consapevolezza di ciò che accade, al contrario si sentono vittime incomprese.

Il loro tentativo viene descritto come un “prendo qualcosa anche per me, con tutto quello che faccio per la mia famiglia…” Il vendicatore ha tanta rabbia dentro e non ne ha la minima idea.

Il resistente

Il resistente tradisce il proprio partner con storie parallele che durano nel tempo. Molto spesso crea vere e proprie doppie vite e doppie famiglie, altre volte ha relazioni extraconiugali che durano anni, anche decenni.

Il resistente cerca fuori dal partner qualcosa che gli manca, ma attua questa modalità in ogni relazione: se manca qualcosa va a cercarla altrove. E’ quindi incapace di investire nell’altro e nella relazione stessa, probabilmente ciò accade anche nel rapporto con i figli.

Anche in questo caso non vi è nessuna crescita o evoluzione nella coppia (in nessuna delle coppie implicate) ma è vero il contrario. Il resistente non ha la percezione della sua incapacità di amare davvero, di creare un rapporto profondo e autentico con una persona. Quando viene messo alle strette da una parte, il resistente si rifugia nell’altra, perdendo così ogni opportunità di crescita personale e di coppia.

Ma allora chi tradisce lo fa per sentirsi amato? Forse sì, ma per essere liberi è fondamentale ritrovare il piacere della responsabilità. Il punto di partenza è la consapevolezza.

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