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Perchè non riesco a trovare l’amore?

Perché non trovo l’amore? È una domanda che si pongono tanti giovani uomini e giovani donne.

I motivi che possono rendere difficoltosa la ricerca di un partner possono essere molteplici e vanno sempre ricercati in se stessi e non in una difficile congiuntura astrale o in un’immaginaria maledizione voluta da chissà chi. Il rapporto di coppia non è un’esclusiva delle persone dotate di fascino o degli intellettuali. Ciascuno di noi ha tutte le possibilità di conoscere e suscitare l’interesse e l’affetto di diverse persone. Si tratta solo di capire come….

Specifichiamo che non tutti sentono la necessità di avere un\una partner. Ci sono donne e uomini che decidono di vivere la propria vita senza stare in coppia e non per questo stanno male per tale condizione.

Altre persone, invece, hanno il “desiderio sano” di incontrare un’altra persona con cui condividere una parte o il resto della propria vita.

Infine, esistono alcuni individui per i quali l’essere in coppia non è un desiderio, ma un assillo vero e proprio, un requisito imprescindibile per poter avere una “vita completa”.

Questa ossessione può divenire un vero e proprio disturbo denominato anuptafobia che consiste nella paura di rimanere single (“anupta”: mancanza di nozze – “fobia”: paura), correlata al bisogno irrefrenabile e impellente di trovare a tutti costi un partner o mantenere in modo spasmodico una relazione anche se disfunzionale.

Come altri tipi di fobie, l’anuptafobia si può superare con una indagine adeguata mirata a separare l’ansia collegata alla paura di non trovare un amore, cercando di capirne l’origine e le motivazioni recondite.

Il modello culturale di riferimento incentra sulla famiglia enormi aspettative: applicazioni per il cellulare, siti internet e pubblicità ci spingono a cercare la nostra “anima gemella” e, quando si giunge ad una determinata fascia d’età, molte persone sentono la necessità improrogabile di dover stare in coppia.

Molte persone iniziano a sentirsi vulnerabili e anormali, se mancati su questo aspetto, quando la condizione di single dovrebbe, all’opposto, essere vista come una fase o una possibilità di vita e avere un partner come un elemento aggiuntivo che aiuta a stare bene, ma che non è indispensabile per vivere bene e affermare se stessi.

Per molte persone single, l’idea della coppia è una possibilità di riscatto, o cosa peggiore, una soluzione a situazioni precedenti, a ferite del passato, a mancanze della propria storia personale. L ‘ amore non è una soluzione e non cambia le cose che non vanno, non ha il potere, non può averlo, di risolvere tutto. 

L’amore è il di più che rende tutto pieno, può essere anche un supporto alle nostre mancanze, ma non potrà riempire un’eventuale vuoto che portiamo con noi.

In primis occorrerebbe imparare a star bene anche da soli e guardarsi dal reputare l’essere single alla pari di un fallimento: volte, prima di trovare l’amore è opportuno lavorare un po’ su sé stessi e sulla propria autostima per non ossessionarci su questo scopo e ricordare sempre  che non succede niente di irreparabile se stiamo da soli o se siamo single. Non succede niente se quel partner non appare per ora. Se questo ci provoca ansia, è che dentro di noi pensiamo ancora che solo un’altra persona possa renderci felice.

Ma cosa può renderci felici davvero?

In primis lo stare bene con noi stessi, coltivare la relazione con la propria persona: prendendocene cura, proteggendola, rendendola una priorità.

Non è opportuno cercare di apparire diversi da quelli che si è in realtà, ma piuttosto facciamo di tutto per valorizzare le nostre virtù, trovare i nostri punti di forza, migliorarli e utilizzarli in modo da essere attraenti. Se, per esempio, siamo persone generosa e altruista continuiamo ad esserlo senza pensare che esponendoci troppo rischieremmo di passare per una poco furbi. Se una persona riesce a percepire la nostra bellezza interiore è perché evidentemente gli piacciamo così come siamo.

L’amore si cerca?

Avere un partner può diventare un’ossessione, ma  l’amore non si cerca e soprattutto non si trova su internet  su siti come Badoo o applicazioni mobili come Tinder. Sappiamo tutti cosa si ricerca generalmente in questi siti ed è tutto tranne una relazione.

Inoltre i motivi per cui finiamo per interagire con gli altri attraverso internet spesso hanno a che vedere con aspetti di bassa autostima , con l’idea che non conosceremo nessuno perché non ci noteranno mai nella vita reale, oppure siamo timidi e le reti sociali ci danno un impulso di coraggio attraverso cui osiamo parlare tramite la scrittura, sentendoci più sciolti; insomma riteniamo che la nostra possibilità di incontrare persone sia solo attraverso uno schermo.

Non possiamo trovare l’amore su Internet perché quello che spesso stiamo veramente cercando è un aumento dell’autostima, una conferma personale e questo non a che fare con l’amore.

Inoltre, più siamo disperati, bisognosi di potenziali partner, più questi sembrano rifuggire da noi.

Perchè?

Ci ricordiamo le volte in cui avevamo una relazione in corso come siamo diventati improvvisamente più attraenti per gli altri? Succede perché quando siamo coppia ci sentiamo più tranquilli e, quindi, le persone vengono attratte da noi. Qualcosa che non succede se siamo ansiosi, preoccupati.

L’amore non si trova con la fretta e neppure con l’ansia e la disperazione.

In questo senso molto spesso incontriamo le persone sbagliate perché ancora non siamo pronti per affrontare una relazione seria o perché non abbiamo fiducia in noi stessi, oppure siamo attratti da persone che sappiamo non potranno mai darci una relazione stabile e duratura.

La colpa è del mondo?

L’essere umano quando non riesce a raggiungere un obiettivo desiderato, quando deve rinunciare ad un sogno, quando qualcosa è difficile da perseguire, tende a spostare la responsabilità di ciò che gli accade all’esterno di sé.

Nella vita reale spessissimo le persone si lamentano di non trovare il partner adatto a loro e danno la colpa al mondo (o, più spesso, all’intero genere opposto), persone convinte che la colpa stia sempre “fuori” da loro, negli altri, nel mondo. Persone che non sanno (o non vogliono) riconoscere la propria parte di responsabilità nell’aver creato le situazioni in cui si trovano.

Ovviamente il problema ha una componente personale, soggettiva:
se siamo fissati nel volere un tipo di relazione ideale, magica e sempre felice e scartiamo ogni partner che comporti qualche limite o compromesso… il problema non è nel mondo,  ma nella ricerca di perfezione e nel rifiuto dei limiti della realtà.

La perfezione non esiste (specialmente negli esseri umani) e in amore non si può avere tutto.

Le relazioni che funzionano sono quelle in cui si apprezza il partner per come è, invece di pretendere che non ci deluda mai.

Altre volte siamo bloccati dalle nostre abitudini ed esperienze acquisite, non vogliamo uscire dalla nostra zona di comfort, desideriamo evitare ogni rischio per paura di soffrire o fallire, essere giudicati, ma non si raccoglie senza prima aver seminato.

Vi sono poi quelle situazioni in cui ci ostiniamo a volere una persona che non ci desidera, senza riflettere sul principio che nessuno è obbligato ad amarci o ricambiare il nostro interesse: l’errore non è in colui che ci rifiuta (avrà pure i suoi motivi…), ma in noi che ci ostiniamo a volerlo.

Altri motivi possono evidenziare cause nascoste nelle profondità del nostro inconscio. Se abbiamo subìto un trauma emotivo, potremmo tendere a ricrearlo inconsciamente, scegliendo sempre un tipo di partner che ci ripresenta quel trauma (per esempio che ci inganna, ci tradisce o ci abbandona).

In questi casi assistiamo alla ri-attivazione di schemi relazionali noti. Ovvero alla tendenza a riprodurre i modelli relazionali che abbiamo sperimentato nell’infanzia e che ci sono familiari

In genere, se ci troviamo ripetutamente nello stesso tipo di problema o situazione dolorosa, è probabile che sia dovuto a qualche ferita antica irrisolta.

Cercare che l’altra persona sia la scialuppa che ci porterà in salvo, porta più spesso a bruciare delle occasioni di legame che ad una relazione sana. Perché le situazioni traumatiche e le ferite vissute, hanno bisogno di certo tipo di elaborazione, prima di diventare condivisibili con chi abbiamo accanto.

Di nuovo, anche in questi casi non è il mondo il problema, ma qualcosa in noi che ci sfugge  e che  va risolto.  La soluzione è conoscere meglio chi siamo: sofferenze e traumi compresi. Con questa conoscenza acquisita sarà più facile prenderci cura di una bella relazione senza soffocarla con richieste di rassicurazioni che potrebbe non essere in grado di dare.

Siamo pure  fuorviati da  condizionamenti sociali o modelli relazionali che non sono davvero nostri: magari crediamo che il partner “giusto” debba avere un certo aspetto, status o caratteristiche (magra, ricco, seria…), perché ci hanno sempre detto che così dev’essere, ma forse questo non corrisponde alla nostra personale “ricetta della felicità”.

In tutti questi casi, è necessario superare i preconcetti culturali, sociali, “aggiornare” i nostri modelli relazionali e il modo di vedere gli altri, per poter apprezzare opportunità che altrimenti non sapremmo cogliere.

Il problema delle aspettative

Nonostante le “favole” che ci raccontano film e canzoni, la storia d’amore perfetta non esiste.  Cercare la perfezione equivale a non trovarla mai e questo non è certo colpa del mondo, che non è fatto per renderci felici, ma di di aspettative troppo elevate. 

Un caso particolare di aspettativa irreale è quella di voler restare sempre nello stato di innamoramento. Questo stato non dura mai a lungo, ma chi è dipendente da esso tende a cercare nuovi partner per ritrovare l’eccitazione e l’entusiasmo di una nuova relazione.

Perché diamo la colpa all’esterno?

Perché è così difficile ammettere che il problema è nostro? Per una serie di motivi, il primo dei quali è che sentirsi responsa

bili della propria felicità fa paura: riconoscere che siamo fortemente responsabili della nostra felicità è un carico gravoso per questo la tentazione di scaricare questa responsabilità all’esterno è così seducente. Quando  si afferma “il problema sei tu”non parlo di colpa, ma di responsabilità. La colpa esiste quando agiamo intenzionalmente in modo errato, mentre non c’è colpa se non ce ne rendiamo conto o siamo costretti. Ma qualunque cosa facciamo, siamo comunque responsabili delle conseguenze delle nostre azioni.

L’altro punto da ricordare è che se la condizione in cui vi trovate vi provoca malessere e dolore, non si deve avere remore a chiedere aiuto sia alle persone che vi sono vicine, sia ad uno specialista psicoterapeuta.

 

Dott. Marco Forti.

Psicologo, Psicoterapeuta & Sessuologo Clinico

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